La corsa a ostacoli è iniziata. Entro il prossimo 2 novembre i proprietari di immobili che decidono di affittarli per la locazione breve e turistica, dunque non superiore ai 30 giorni, dovranno ottenere il codice identificativo nazionale (Cin) da esporre sull’immobile e negli annunci, senza il quale rischiano multe da 800 a 8mila euro in base alle dimensioni dell’unità. Le sanzioni scatteranno effettivamente dal 2 gennaio 2025, ma per ottenere il Cin è necessario essere già in possesso del codice previsto dalle leggi regionali in materia, norme locali con procedure autorizzative e requisiti diversi tra loro. Una giungla normativa, dunque, in cui la legge nazionale si interseca con le disposizioni locali, raddoppiando gli adempimenti necessari per i proprietari. GLI OBBLIGHI LOCALI A Sirmione, ad esempio, chi fa affitto breve deve avere due posti auto ogni 50 metri quadrati. A Venezia è necessario avere le fosse settiche, mentre in Lazio servono almeno 38 mq per ospitare due persone e tutte le stanze devono essere finestrate. A Milano, tra le altre cose, è obbligatoria la cassetta di primo soccorso e un elenco dettagliato di complementi d’arredo, tra cui l’adattatore elettrico universale e l’asciugacapelli. La richiesta per ottenere il Cin può essere presentata solo da coloro che già hanno ottenuto il codice identificativo regionale o provinciale. La procedura autorizzativa prevista a livello locale, in pratica, è prodromica all’ottenimento del Cin, tanto che l’iscrizione alla nuova banca dati di fatto si traduce in una ricodifica delle unità già registrate.