GLI ALBERGATORI DELLA COSTA DEL SOL CONTRO LA TASSA DI SOGGIORNO

Gli albergatori della Costa del Sol alzano la voce contro l’introduzione della tassa di soggiorno, una misura discussa da tempo e ora tornata al centro del dibattito politico locale. Secondo quanto dichiarato dalle principali associazioni di categoria, l’imposta rischia di penalizzare gravemente il settore turistico, uno dei principali motori economici della regione andalusa.
La tassa, proposta dal governo regionale, dovrebbe oscillare tra 1 e 2 euro a notte per turista, in base alla categoria dell’alloggio. I fondi raccolti verrebbero destinati al miglioramento delle infrastrutture turistiche e alla promozione del territorio. Tuttavia, gli operatori del settore alberghiero si dichiarano contrari, sostenendo che tale misura potrebbe ridurre la competitività della Costa del Sol rispetto ad altre destinazioni del Mediterraneo prive di questo balzello.
"È un colpo basso in un momento in cui stiamo ancora recuperando dalle perdite causate dalla pandemia", afferma il portavoce dell'associazione degli albergatori della provincia di Málaga. "La Costa del Sol ha bisogno di incentivi per attrarre turisti, non di nuove tasse che disincentivano le prenotazioni."
Anche il timore di un effetto domino è concreto: gli albergatori temono che la tassa, una volta introdotta, possa aumentare negli anni, diventando un peso fisso per i turisti e un ostacolo per le strutture ricettive, in particolare quelle di piccole dimensioni. Inoltre, viene criticata la mancanza di dialogo: molti lamentano che la proposta sia stata presentata senza un adeguato confronto con gli operatori del settore.
D’altro canto, le istituzioni difendono la misura, sottolineando che la maggior parte delle grandi capitali europee applica da tempo una tassa simile. Ma il confronto resta aperto e il settore turistico della Costa del Sol chiede ora un tavolo di discussione con le autorità per trovare un punto d'equilibrio tra sostenibilità economica e sviluppo turistico.

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