TASSA DI SOGGIORNO, I COMUNI DICONO NO AGLI AUMENTI

La prospettiva di un aumento della tassa di soggiorno sta incontrando la ferma opposizione di numerosi Comuni italiani. La misura, che dovrebbe rientrare tra le proposte di revisione fiscale per incrementare le entrate locali, non convince gli amministratori, preoccupati per l’impatto che potrebbe avere sul turismo e sull’immagine delle città.
A guidare il fronte del dissenso è l’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, che attraverso il suo presidente, Gaetano Manfredi, ha espresso una posizione chiara: “Esprimiamo la nostra contrarietà – ha dichiarato – a ulteriori aumenti della tassa di soggiorno, che rischiano di diventare un freno alla ripresa del settore turistico e un aggravio per i visitatori. È necessario invece lavorare per una maggiore autonomia finanziaria dei Comuni, senza ricorrere a misure che rischiano di compromettere la competitività delle nostre destinazioni”.
Molti sindaci, soprattutto nei centri a forte vocazione turistica, temono che una nuova impennata della tassa possa danneggiare la già fragile ripresa del comparto, penalizzando tanto gli operatori quanto i turisti. Lamentano anche l’assenza di un confronto con il territorio nella definizione di eventuali modifiche alla normativa.
La posizione dell’ANCI evidenzia una richiesta sempre più pressante da parte degli enti locali: avere strumenti più efficaci per finanziare i servizi, ma senza colpire settori strategici come il turismo. La discussione resta aperta, ma il messaggio dei Comuni è chiaro: la tassa di soggiorno non può diventare una scorciatoia fiscale a scapito dello sviluppo.

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